Un innesto di sostituto osseo composto da solfato di calcio e idrossiapatite che rilascia gentamicina nel trattamento dell’osteomielite nel piede diabetico: un follow-up a medio termine
Scopo dello studio
Dal giugno 2014 il nostro gruppo di lavoro ha utilizzato un sostituto osseo antibiotato composto da solfato di calcio, idrossiapatite e gentamicina solfato (CSH + HA + GS) nel trattamento dell’osteomielite (OM) nel piede diabetico. Lo scopo di questo studio è di valutare l’efficacia e i risultati a medio termine di questo trattamento. Un risultato favorevole per il piede diabetico comprende l’assenza di recidiva di OM, la restitutio ad integrum dei tessuti molli e la capacità di caricare il peso corporeo.
Metodi
Ad oggi abbiamo utilizzato un sostituto osseo composto da CSH + HA + GS in 24 pazienti diabetici con OM. In questo studio abbiamo revisionato i pazienti trattati dal luglio 2013 al dicembre 2014 nei quali abbiamo utilizzato CSH + HA + GS (Figura 1) per il trattamento dell’OM dell’avampiede, del mesopiede e del retropiede e abbiamo valutato quanti pazienti siano attualmente in grado di camminare e di caricare il proprio peso corporeo.
Abbiamo identificato 11 pazienti trattati durante questo periodo; Uno con osteomielite della 1° testa metatarsale bilaterale per ulcere plantari, cinque con OM del mesopiede secondaria a deformità charcotiche e ulcere, cinque con OM del retropiede per lesioni ulcerose o deformità Charcotiche (Tabella 1). Abbiamo continuato a monitorare nel nostro ambulatorio i pazienti alla ricerca di eventuali recidive di OM, ulcere, o infezione dei tessuti molli.
Osteomielite | N° di pazienti |
---|---|
OM della 1° testa metatarsale bilateralmente | 1 |
OM del mesopiede secondario a deformità Charcotiche | 5 |
OM del retropiede dovuto a ulcere plantari o deformità Charcotiche | 5 |
Risultati
Degli 11 pazienti, due sono morti durante il follow-up (entrambe i pazienti presentavano ulcere calcaneari; il primo morto dopo un mese e il secondo dopo 2 mesi dall’intervento, ambedue per malattia cardiovascolare).
Gli altri nove pazienti sono stati seguiti per una media di circa 25 (17–33) mesi.
Un paziente non è guarito, presentando una lesione cronicizzata al mesopiede in un quadro di piede di Charcot.
Un altro paziente con ulcere plantari bilaterali all’avampiede, dopo 19 mesi dall’intervento di applicazione di sostituto osseo e dopo una prima guarigione, ha presentato una recidiva di lesione in corrispondenza della testa del 1° metatarso di sinistra. Questo paziente sta comunque caricando sul piede destro così come gli altri 6 paziente.
In 7 pazienti (1 con OM bilaterale dell’avampiede, 4 di mesopiede e 3 di retropiede) non si è osservata recidiva di ulcere o di OM (Figura 2).
Conclusioni
Questo studio suggerisce che un sostituto osseo CSH + HA + GS può essere utilizzato per il trattameno dell’osteomielite del piede diabetico. I nostri risultati a medio termine mostrano una buona evoluzione clinica in termini di guarigione dell’ulcera, recidiva di OM e carico sui piedi.